MA CHE VUOL DIRE "IL PERCORSO"??!!
Questo postino (ah aha aha!) ce lo metto giusto perchè mi è stato chiesto più di una volta che cosa volesse significare il finale della seconda puntata de "La vita è tutta una storia". Era un pò sibillino il discorso, d'accordo, ma speravo che fosse comprensibile.
Comunque il concetto è questo: la vita ci mette davanti una selva di specchi per le allodole che ci fanno perdere un mucchio di tempo e di energie, facendoci vivere male per conquistare delle mete che altro non sono che miraggi assurdi. Sto parlando di obbiettivi che pretendono il sacrificio della parte emotivo-animale dell'uomo in funzione di una carriera professionale brillante, per esemio! Date un pò uno sguardo al Giappone: quei disgraziati sono ridotti ad automi lavoratori, annullati e privati della loro carica di umanità. Sono solo macchine in un sitema produttivo esasperato! Ma non si pongono nemmeno il problema se la cosa sia giusta o meno, lo fanno e basta. Agli inizi del secolo, il Giappone ha deciso di cambiare volto e di occidentalizzarsi, copiando spudoratamente il nostro Sistema e i nostri costumi. Così dal kimono sono passati alla giacca con la cravatta, la stazione di Tokyo è la copia della stazione di Amsterdam, mangiano da McDonald, eccetera eccetera. E anche noi faremo quella fine orribile!
Tutto questo per dire cosa? Che ci fanno credere che una carriera in banca sia il massimo delle aspettative, che avere una bella casa, una bella macchina e una bella figa con cui farsi le ferie a Sharm-El-Cazzo-Secke ocomeminchiasiscrive vogliano dire avere successo. E allora giù tutti a novanta o, meglio, a pecora!! Tutti nel gregge, via a testa bassa, per "farsi il culo", per fregare il prossimo in modo che il singolo possa avere le sue cazzatine consumiste! E' una società marcia, che valorizza la tua posizione e non la tua umanità! L'uomo in sè non vale più un cazzo, e i parametri per essere accettati dagli altri diventano sempre più sconvolgenti: conta quello che ha addosso e non quello che hai sotto i vestiti o dentro la testa.
Insomma! Quello che voglio dire è che facciamo una vita triste e assurda per conquistare tutto questo cirarpame, cose di cui si potrebbe fare a meno, precludendoci esperienze interssanti per dedicarci totalmente a questo raccogliere punti sociali. Ma che cazzo! Sarà meglio farsi una bella vacanza in Sud America o comprarsi una macchina nuova? Sarà meglio spendere 100 euro per farsi una cena tra amici che avere un cellulare nuovo! Quello che ti lasciano le esperienze non è paragonabile con un qualsiasi bene di consumo superfluo (non è che tutto sia merda, comunque). Per questo penso che il senso della vita stia nel percorso, ovvero nella strada che fai, ovvere nelle esperienze, nelle conoscienze, nei rapporti UMANI! Che cazzo di percorso è quello che va dalla figa di tua madre, alla scuola, alla fabbrica e poi alla solita solfa macchina-casa-minchiate. Hai tutto, ma non hai visto niente: la vita ti ha dato la possibilità di vedere e di conoscere l'uomo, ma hai stupidamente preferito accumulare oggetti. Ma non è colpa tua, in realtà: alla fine siamo tutti stati plagiati dalla nascita. Ed è questo che mi mette in crisi! Voglio dire: sono certo che partire alla scoperta del mondo sarebbe un bel percorso di vita da fare, perchè di dare il mio culo per gli ideali masochisti del sitstema consumista proprio non mi gira bene! E non riesco a decidermi perchè ho paura, una paura di rompere lo schema che mi è stata inculcata con la forza e che non riesco, nonostante tutto, a vincerla. Trovo sempre una scusa con me stesso che mi fa dire "Ma sì, in realtà va tutto bene, è solo che ho bisogno di farmi una scopata!"...
Che poi in realtà il fatto di girare il mondo è un'idea come un'altra, un esempio significativo. Quello che voglio dire è che bisogna vivere il più esperienze possibili, per arrivare ricchi alla fine, per poterti guardare indietro e dire: "Però...ne ho viste...e ne ho fatte di cose!"
Ma non è facile...
Comunque il concetto è questo: la vita ci mette davanti una selva di specchi per le allodole che ci fanno perdere un mucchio di tempo e di energie, facendoci vivere male per conquistare delle mete che altro non sono che miraggi assurdi. Sto parlando di obbiettivi che pretendono il sacrificio della parte emotivo-animale dell'uomo in funzione di una carriera professionale brillante, per esemio! Date un pò uno sguardo al Giappone: quei disgraziati sono ridotti ad automi lavoratori, annullati e privati della loro carica di umanità. Sono solo macchine in un sitema produttivo esasperato! Ma non si pongono nemmeno il problema se la cosa sia giusta o meno, lo fanno e basta. Agli inizi del secolo, il Giappone ha deciso di cambiare volto e di occidentalizzarsi, copiando spudoratamente il nostro Sistema e i nostri costumi. Così dal kimono sono passati alla giacca con la cravatta, la stazione di Tokyo è la copia della stazione di Amsterdam, mangiano da McDonald, eccetera eccetera. E anche noi faremo quella fine orribile!
Tutto questo per dire cosa? Che ci fanno credere che una carriera in banca sia il massimo delle aspettative, che avere una bella casa, una bella macchina e una bella figa con cui farsi le ferie a Sharm-El-Cazzo-Secke ocomeminchiasiscrive vogliano dire avere successo. E allora giù tutti a novanta o, meglio, a pecora!! Tutti nel gregge, via a testa bassa, per "farsi il culo", per fregare il prossimo in modo che il singolo possa avere le sue cazzatine consumiste! E' una società marcia, che valorizza la tua posizione e non la tua umanità! L'uomo in sè non vale più un cazzo, e i parametri per essere accettati dagli altri diventano sempre più sconvolgenti: conta quello che ha addosso e non quello che hai sotto i vestiti o dentro la testa.
Insomma! Quello che voglio dire è che facciamo una vita triste e assurda per conquistare tutto questo cirarpame, cose di cui si potrebbe fare a meno, precludendoci esperienze interssanti per dedicarci totalmente a questo raccogliere punti sociali. Ma che cazzo! Sarà meglio farsi una bella vacanza in Sud America o comprarsi una macchina nuova? Sarà meglio spendere 100 euro per farsi una cena tra amici che avere un cellulare nuovo! Quello che ti lasciano le esperienze non è paragonabile con un qualsiasi bene di consumo superfluo (non è che tutto sia merda, comunque). Per questo penso che il senso della vita stia nel percorso, ovvero nella strada che fai, ovvere nelle esperienze, nelle conoscienze, nei rapporti UMANI! Che cazzo di percorso è quello che va dalla figa di tua madre, alla scuola, alla fabbrica e poi alla solita solfa macchina-casa-minchiate. Hai tutto, ma non hai visto niente: la vita ti ha dato la possibilità di vedere e di conoscere l'uomo, ma hai stupidamente preferito accumulare oggetti. Ma non è colpa tua, in realtà: alla fine siamo tutti stati plagiati dalla nascita. Ed è questo che mi mette in crisi! Voglio dire: sono certo che partire alla scoperta del mondo sarebbe un bel percorso di vita da fare, perchè di dare il mio culo per gli ideali masochisti del sitstema consumista proprio non mi gira bene! E non riesco a decidermi perchè ho paura, una paura di rompere lo schema che mi è stata inculcata con la forza e che non riesco, nonostante tutto, a vincerla. Trovo sempre una scusa con me stesso che mi fa dire "Ma sì, in realtà va tutto bene, è solo che ho bisogno di farmi una scopata!"...
Che poi in realtà il fatto di girare il mondo è un'idea come un'altra, un esempio significativo. Quello che voglio dire è che bisogna vivere il più esperienze possibili, per arrivare ricchi alla fine, per poterti guardare indietro e dire: "Però...ne ho viste...e ne ho fatte di cose!"
Ma non è facile...
5 Comments:
Chiedo venia:mi pareva di essere stato sintetico, ma quando l'ho pubblicato mi sono accorto della sua lunghezza.
Ehi! Sulle montagne c'è la neve!
ok,quando ieri ti ho chiesto cos'era il percorso mi aspettavo una cosa del genere anche perchè ne abbiamo parlato più volte..però qui sei partito davvero in quarta...
certo è che la paura di rompere il sistema ce l'abbiamo inculcato dentro fino all'inverosimile e noi,prodotto generazionale dell'accumulazione dei nostri genitori,ci sentiamo in crisi perchè vorremmo fare qualcosa per rompere il cerchio..un problema però credo che non sia il nostro renderci conto che qualcosa non va ma i nostri coetanei che in queste cose ci cadono,le cercano e ci si rifugiano...
Aurora
Non entro nel merito della spiegazione del "percorso", che è molto soggettiva. Prendo però un pò la parte dei poveri giapponesi... non puoi giudicare un popolo per sentito dire. Alla fine l'esempio regge bene x l'argomentazione, poi giochi sul fattore "esotico". Però, da quel poco che so, il Giappone non è come lo descrivi tu. E' tanto come qui da noi se ci pensi... Gente che spende gran parte della sua vita x il lavoro...
Ovvio che la mia opinione è per sentito dire, come la tua del resto.Il Giappone, come modello di sistema che propone, è il più "occidentale" del pianeta. Loro sono come noi,certo, solo che hanno esasperato il nostro modo di produrre capitale. Prova a vedere come funziona il sistema scolastico,severissimo e selettivo, oppure come sono visti quelli che hanno perso il lavoro (peggio degli appestati!).Non danno il giusto spazio alle persone. Poi non sarà tutto così,occhèi, ma mi preoccupa il fatto che rappresenta un plausibile specchio del nostro futuro.
PIGHE!
(...ma mi sto tirando le teghe sul Giappone?!!...questo mi preoccupa...)
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