20 novembre 2006

Vago nella Percezione dell' Inconsistenza (Lunedì)


E' lunedì. Si, è lunedì. Che strano giorno che è il lunedì. Un capolinea per gli svalvolati. "Odio i lunedì" canta Vasco. "Thanks God it's Monday" cantano i NOFX. Odi (plur. odio) al lunedì. Odi (poesie) al lunedì. Il lunedì, un capolinea ma anche un punto di ripartenza. Ripartenza il più delle volte forzata. Si va al lavoro, o a scuola, o all' università, o qualcosa si deve pur fare. La testa è costretta a ricominciare a funzionare. La fine settimana è terminata, un'altra arriverà. Ma non oggi. Oggi è lunedì.
Mi sveglio e penso. Cerco di ricostruire cosa ho fatto i tre giorni precedenti. Mi ritorna qualche flash, degli highlights. Come per esempio la chica bassissima che ho beccato sabato sera, alla quale volevo dire "sei così bassa che a Gardaland ti fanno entrare gratis!". Ma credo che non l'avrebbe capita (già...).
Altre idee si sovrappongono. Il teatro, la clase de historia del cine que tengo esta tarde a las cinco, e mi viene un'idea. Cinema vs Teatro = Incidere un disco vs Suonare dal Vivo. Interessante. Effettivamente non ci avevo mai pensato. L'attore cinematografico può rifare la parte quante volte vuole, e recita senza pubblico, come il musicista in studio di registrazione. Mentre l'attore di teatro deve avere l'appeal con il pubblico, come il musicista dal vivo. E bla bla bla.
"Un idea, un concetto, un'idea, finche resta un'idea è soltanto un'astrazione" cantava Gaber. Già. Un'astrazione. E penso che è pazzo colui che crede che il pensiero si possa scrivere su un pezzo di carta (o pubblicare sul post di un blog). Il mio stesso pensiero è a me inconcepibile, incontrollabile, incontenibile. Se così non fosse sarei Dio e tutto sarebbe compiuto. Invece quanto più mi addentro nei meandri della conoscienza, meno comprendo... e la cosa sinceramente è alquanto frustrante. Tutto è effimero e transitorio. Vago nella Percezione dell'Inconsistenza (come sono autoreferenziale, mi autocito... che egocentrico di merda).
Poi penso che se sapessi tutto, se fossi Dio, sarebbe una gran rottura di coglioni. Tutto già conosciuto, confezionato, preimpostato... non mi passerebbe un cazzo. E che palle! La percezione richiede impegno si, ma è questo che la rende affascinante. Frustrante a volte, però soddisfacente. E bla bla bla.
E poi penso che è lunedì. "No se donde vivo, no se que ora es, no se si es mañana, o todavia ayer" cantavano i Piperrak in Kualkier Dia. Ma non è un Kualkier Dia, un giorno qualunque.
E' LUNEDI'.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Una precisazione. Ad un certo punto ho scritto "la fine settimana". Non è un errore, non mi sono rincoglionito. La fine, femminile, è il termine, la conclusione. Il fine, maschile, è lo scopo, l'intenzione. Quindi si deve dire buonA fine settimana. Per favore: RIAPPROPRIAMOCI DELLA LINGUA ITALIANA.
Se no è inutile che facciamo i poliglotti-globalizzati-auazzaghenào che dicono Buon weekend, e non conosciamo neanche il nostro idioma...

20/11/06 14:44  

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