15 novembre 2006

TOKYO: un gioco, molte varianti

Tokyo è uno di quei giochi per grandi comitive che vanno nei pub, dove si finisce sempre che si parla con le persone vicine e si ignorano quelle all'altra estremità del tavolo. Tokyo non risolve questo classico problema, anzi lo acuisce. Infatti finchè i dadi sono lontani potete tranquillamente fregarvene di come il gioco evolva. In questo modo si ha la possibilità di fare ciò che normalmente si fa nei pub (e cioè bere, fumare e scambiare quattro chiacchiere con gli amici) senza essere infastiditi da un gioco troppo intrusivo.


Regolamento
Si può giocare anche in due, ma vi sconsiglio vivamente di scendere sotto i quattro (meglio cinque) giocatori. L'ideale resta comunque la comitiva di 10/ 20 persone. Sono necessari due dadi con il relativo shaker (opzionale, il palmo della mano va benissimo), un foglio e una penna. Si sorteggia nel modo che preferite chi lancia per primo e poi si procede in senso rigorosamente antiorario: è necessario per la corretta riuscita del gioco (mah...). Il giocatore che ha effettuato il lancio guarda il punteggio ottenuto senza farlo vedere agli altri e poi copre i dadi col bicchiere. In questa fase evitate di muovere lo shaker con dentro i dadi da un punto all'altro del tavolo: rischiate di alterare il risultato ottenuto (se pensate che vi abbia preso per dei dementi, aspettate di provare il gioco e poi ne riparliamo). A questo punto il giocatore dice ad alta voce il punteggio totalizzato ed è libero di mentire. Il turno passa a chi è alla sua destra. Questi può credergli o meno: A) Se non gli crede si scoprono i dadi: se il punteggio dichiarato era vero, chi ha dubitato riceve una penalità, se era falso a ricevere la penalità sarà chi ha mentito. B) Se gli crede effettua il lancio ed è costretto a ottenere un risultato maggiore o almeno uguale. Anche lui è libero di mentire o meno sul risultato. Chiaramente, se otterrà di meno non ci penserà due volte a mentire. Bisogna vedere se lo farà in modo convincente per il giocatore alla sua destra. Il gioco procede sempre in questo modo. I giocatori accumulano delle penalità finchè vengono espulsi. Vince chi rimane in gioco per ultimo.

E veniamo al meccanismo delle penalità.
Ad ogni giocatore è associata una bomba a orologeria, pronta a esplodere dopo che tutte le tacchette dell'orologio di countdown sono esaurite. L'orologio è schematizzato con un segno + e un segno x sovrapposti, a formare una specie di stella a otto punte, che naturalmente sarete voi a disegnare sul foglio di carta. Si parte da mezzogiorno e si procede in senso orario, marcando via via le stanghette con un pallino (una stanghetta per ogni penalità). Esaurite le otto tacchette rimane un'ultima possibilità: un'altra penalità e la bomba esplode, eliminandovi dal gioco. A questo punto qualcuno si starà chiedendo il motivo del nome Tokyo.

Calcolo del punteggio.
Si considera il dado col risultato maggiore (vince il più alto); a parità di questo, si considera l'altro (cinque- tre batte cinque- uno). Le coppie valgono più di tutti gli altri risultati (quindi uno- uno batte sei- cinque) e ovviamente le coppie di valore più alto prevalgono (quattro- quattro batte due- due).
Ci sono delle eccezioni: il punteggio più alto in assoluto è Tokyo (tre- uno), quello più basso in assoluto è Pechino (due- uno). Però, come spesso avviene nella vita, i più potenti cadono sorprendentemente con i più deboli, e così Pechino, che viene battuto da qualunque punteggio, prevale su Tokyo.

Devo dire che l'ultimo paragrafo mi ha lasciato un pò perplesso...

5 Comments:

Anonymous Anonimo said...

perchè tokyo si chiama tokyo? perchè tokyo è il punteggio + alto. perchè la briscola si chiama briscola? pechè la briscola prende e comanda il gioco. perchè il calcio si chiama calcio? pechè tiri calci ad un pallone.
perchè ti poni ste domande del cazzo? ;-)

17/11/06 04:27  
Anonymous Anonimo said...

tokyo è il 21 e non il 31

18/11/06 11:51  
Anonymous Anonimo said...

London... firmati

19/11/06 17:46  
Anonymous Anonimo said...

"tokyo è il 21 e non il 31"

e secondo te perchè ho scritto che l'ultimo paragrafo mi ha lasciato perplesso?

"DAI
ammetti che non lo sai, che hai cercato senza trovare risposte!"

già...

20/11/06 21:07  
Blogger Pighe said...

...a me questo gioco mi rende molto nervoso...(approposito di riappropriarsi della lingua italiana)...

21/11/06 16:12  

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