LA VITA E' TUTTA UNA STORIA
Puntata n°2
"La Via Nascosta. Ovvero: del come si parte pieni di ragione con un discorso, per poi rendersi conto di essere a propria volta causa della propria infelicità"
"La Via Nascosta. Ovvero: del come si parte pieni di ragione con un discorso, per poi rendersi conto di essere a propria volta causa della propria infelicità"
L'uomo che si arrampicava con l'automobile lungo il fianco della collina cantava. Probabilmente un pò brillo. La giornta non era stata delle più entusiasmanti (poco lavoro, un giro al mercato tanto per tirare il primo pomeriggio e un paio di ore scazzate e inconcludenti con una vecchia amica che di lasciarsi andare prorpio non ne voleva sapere) per cui la prima parte della serata era andata inevitabilmente a frantumarsi in una bevuta di rimedio alla noia con quattro amici che non vedeva da tempo. A tratti gli sembrava di sentirsi quasi vivo, ma sapeva che era solo il ricordo di tempi migliori che quella compagnia riusciva a riesumare a dargli quella sensazione. Per cui non ci volle molto prima che la nostalgia si trasformasse in tristezza, la tristezza in paranoia, la paranoia in silenzio, e il silenzio in un'auto che arranca stanca sui colli per portare -è presto, troppo presto- il suo padrone a casa. Ma non è poi così malinconica come può sembrare. (Parlo della situazione, non della casa!Quella, malinconica, lo è di sicuro!) A far sì che le circostanze non lo schiaccino è la certezza di avere a disposizione una via di fuga che un giorno riuscirà a scovare e a prendere, abbandonando tutto il grigio dietro di se portando con stile una mano all'interno del gomito dell'altro braccio nell' inequivocabile gesto dell'ombrello. Il caldo all'interno della cucina quasi lo stordisce. L'odore di burro fuso e l'aria satura di umdità. Suo fratello è lì che beve il caffè della sera appoggiato al lavello.
"Mamma è papà sono fuori. Bisogna che ti arrangi." gli dice. "Ci sono un paio di bistecche in frigo."
L'uomo fa per aprire la dispensa. "Non ci sono funghi." gli fa presente il fratello".
"Che palle. Volevo farmele col formaggio fuso e i funghi! Si vede che allora saranno alla pizzaiola!" Nel prendere in mano la padella sporca si accorge che pure il fratello aveva avuto la stessa idea.
Cubetti di formggio con lato di circa cinque centimetri, salsa al pomodoro e le scalppine gli vengono decenti anche se si era dimenticato di tuffarle prima nella farina. Ora mangia mentre il fratello mette via le stoviglie che aveva usato.
"Dove sono andati?"gli chiede. "Chi?"
"Mamma e papà, poi!"
"Ah! A Padova!"
"A trovare Franco?"
"Già."
"Ma non dicono sempre di non sopportarlo più?!"
"Và a sapere..."
"Franco se la passa bene, maledizione..." Il fratello legge qualcosa nei suoi occhi. Ma non ha capito bene dove sta il problema.
"Ma va là!"
"Ma va là cosa?"
"Anche se Franco ha fatto i soldi non vuol dire che stia meglio di noi."
"...cosa...?"
"Sì, insomma. Sai che adesso ha aperto un'altra fabbrica di dolci? Gli affari gli rendono bene!E le sue figlie si sposano tutte e due tra qualche mese."
"Contente loro...". Si ricorda di certi giochi che faceva con loro quand'erano piccoli. E, anche se non le vedeva da anni, il fatto di sapere che stavano per sposarsi gli mettenva angoscia.
"Il tempo scorre molto più velocemente di quello che ci rendiamo conto."
"Già! Ma alla fine muoriamo tutti alla stessa maniera. Quello che abbiamo messo insieme non conta più."
"Che vuol dire?"
"Che è inutile star lì a pensare di racimolare macchine e case, fare i soldi o cose del genere. Tanto quando crepiamo resta tutto qui! Che tu sia ricco o povero, non fa differenza: sempre morto sei."
L'uomo è un pò sbalordito. Non si aspettava che il fratello la vedesse in quel modo.
"Bhè...è quello che penso anch'io, lo sai."
"Già. Infatti io non mi preoccupo di darmi da fare più di tanto. Il lavoro è solo un mezzo per sopravvivere. La mia vita è un'altra." Una lampadina si accende nella mente del nostro amico. In realtà è quasi un faro da stadio.
"Ah sì? Ma scusa: quante ore di officina ti fai in una settimana. Tanto per sapere." "Dunque....nove al giorno...per cinque giorni...più quattro il sabato mattina...calcola qualche straordinario...una cinquantina..."
"E quante ore dormi la notte?"
"Bhè....almeno otto . Sono sempre molto stanco."
"Tieni conto che devi mangiare, lavarti, dare delle commissioni e cose di questio tipo...quanto tempo ti resta?"
Il fratello ci pensa su. "...poche..."
"Già! E quella è la tua vita? E quanto guadagni?"
"Circa 1000 euro al mese."
"E che ci fai con 1000 euro?"
"Non molto, a dire il vero."
"Dici che il lavoro non è la tua vita, ma mi pare che la maggior parte della tua esistenza la passi a lavorare! E ti fai il culo! Per un pugno di mosche!"
"Bhè: è così."
"E' così."
"Ma è così per tutti."
"Lo so. E' quello che mi preoccupa."
"Ma neanche penasare solo ai soldi va bene. Come ti ho detto, alla fine muoriamo tutti alla stessa maniera."
"Già. Quindi la vita non ha uno scopo."
"Oddio. Sì...cioè....no....non lo so...."
"In realtà hai più ragione di quanto tu possa immaginare. La vita non ha uno scopo!"
"E allora che senso ha?"
"Non ce l'ha un senso. Come hai detto tu alla fine si muore. C'è chi crede in un Pardadiso, ma in realtà è solo una fantasia che serve a giustificare un'esistenza grama. La vita non ha scopo!"
"Ma se è così allora che viviamo a fare?Perchè mi faccio il culo?"
"Ho detto che non ha uno scopo, ma non che non sia una cosa che non vale a pena di fare. Parlo del vivere. Il fatto è che sbagliamo a individuarne la vera essenza."
"Cioè?"
"Cioè ci preoccupiamo tanto di raggiungere degli obbiettivi, di avere uno SCOPO, per lo più imposto dai canoni sociali, ma in realtà è solo un affanno lungo e doloroso che finice poi sottoterra col nostro cadavere! A pensarci vien male, ma è solo perchè in realtà, semplicemente, non abbiamo centrato il nocciolo della questione."
"E quindi? Se la vita non è raggiungere degli obbiettivi allora che cos'è?"
"La vita è sè stessa. Quello che è importante non è quello che sei quando hai raggiunto il capolinea."
"E allora cos'è importante?"
"Prova a dirmelo tu."
"Star bene?"
"Ovvio, ma è troppo generico. Non aiuta."
"La salute!"
"Siamo sempre lì."
"L'amore" "Troppo specifico."
"E allora non so!"
"Bhè.Te lo dico io qual'è la cosa importante della vita!"
"Che cos'è?"
L'uomo pensa un attimo al suo passato fatto di routine, lavoro, l'università fallita, amici, le ragazze mai avute,i bar, sempre gli stessi luoghi, stesse facce, stesse storie. Dà un'occhiata al futuro. Non si sente soddisfatto. Un senso di vuoto lo agguanta. E stretto in quella morsa la vede. Vede la via. La via di fuga . E si spaventa. Si spaventa a morte. L'ha trovata. Ha trovato la via. Ha trovato la via e ora ha paura. Ha paura perchè sa che ora dovrà affrontarla. E dovrà farlo presto se non vorrà stare tutta la vita a contemplarla e a marcire lentamente lì. All'imbocco della salvezza. Quell'imbocco che è nascosto a molti dei suoi simili, e che molti altri invece percorrono senza saperlo. Lui ce l'ha davanti e ne è consapevole. E ha paura a muovere il primo passo. E in quel momento si disprezza per la sua vigliaccheria. Ora non può più prendersela con le circostanze che gli impediscono di capire perchè la soluzione ce l'ha in mano. E ora ha paura perchè sa che da quel momento in poi dipenderà tutto da lui.
"E insomma? Qual'è la cosa veramente importante della vita?"
L'uomo fissa il muro bianco davanti a sè e si sente meno sicuro di un attimo prima.
"E' il percorso..." sussurra.
Pighe
"Mamma è papà sono fuori. Bisogna che ti arrangi." gli dice. "Ci sono un paio di bistecche in frigo."
L'uomo fa per aprire la dispensa. "Non ci sono funghi." gli fa presente il fratello".
"Che palle. Volevo farmele col formaggio fuso e i funghi! Si vede che allora saranno alla pizzaiola!" Nel prendere in mano la padella sporca si accorge che pure il fratello aveva avuto la stessa idea.
Cubetti di formggio con lato di circa cinque centimetri, salsa al pomodoro e le scalppine gli vengono decenti anche se si era dimenticato di tuffarle prima nella farina. Ora mangia mentre il fratello mette via le stoviglie che aveva usato.
"Dove sono andati?"gli chiede. "Chi?"
"Mamma e papà, poi!"
"Ah! A Padova!"
"A trovare Franco?"
"Già."
"Ma non dicono sempre di non sopportarlo più?!"
"Và a sapere..."
"Franco se la passa bene, maledizione..." Il fratello legge qualcosa nei suoi occhi. Ma non ha capito bene dove sta il problema.
"Ma va là!"
"Ma va là cosa?"
"Anche se Franco ha fatto i soldi non vuol dire che stia meglio di noi."
"...cosa...?"
"Sì, insomma. Sai che adesso ha aperto un'altra fabbrica di dolci? Gli affari gli rendono bene!E le sue figlie si sposano tutte e due tra qualche mese."
"Contente loro...". Si ricorda di certi giochi che faceva con loro quand'erano piccoli. E, anche se non le vedeva da anni, il fatto di sapere che stavano per sposarsi gli mettenva angoscia.
"Il tempo scorre molto più velocemente di quello che ci rendiamo conto."
"Già! Ma alla fine muoriamo tutti alla stessa maniera. Quello che abbiamo messo insieme non conta più."
"Che vuol dire?"
"Che è inutile star lì a pensare di racimolare macchine e case, fare i soldi o cose del genere. Tanto quando crepiamo resta tutto qui! Che tu sia ricco o povero, non fa differenza: sempre morto sei."
L'uomo è un pò sbalordito. Non si aspettava che il fratello la vedesse in quel modo.
"Bhè...è quello che penso anch'io, lo sai."
"Già. Infatti io non mi preoccupo di darmi da fare più di tanto. Il lavoro è solo un mezzo per sopravvivere. La mia vita è un'altra." Una lampadina si accende nella mente del nostro amico. In realtà è quasi un faro da stadio.
"Ah sì? Ma scusa: quante ore di officina ti fai in una settimana. Tanto per sapere." "Dunque....nove al giorno...per cinque giorni...più quattro il sabato mattina...calcola qualche straordinario...una cinquantina..."
"E quante ore dormi la notte?"
"Bhè....almeno otto . Sono sempre molto stanco."
"Tieni conto che devi mangiare, lavarti, dare delle commissioni e cose di questio tipo...quanto tempo ti resta?"
Il fratello ci pensa su. "...poche..."
"Già! E quella è la tua vita? E quanto guadagni?"
"Circa 1000 euro al mese."
"E che ci fai con 1000 euro?"
"Non molto, a dire il vero."
"Dici che il lavoro non è la tua vita, ma mi pare che la maggior parte della tua esistenza la passi a lavorare! E ti fai il culo! Per un pugno di mosche!"
"Bhè: è così."
"E' così."
"Ma è così per tutti."
"Lo so. E' quello che mi preoccupa."
"Ma neanche penasare solo ai soldi va bene. Come ti ho detto, alla fine muoriamo tutti alla stessa maniera."
"Già. Quindi la vita non ha uno scopo."
"Oddio. Sì...cioè....no....non lo so...."
"In realtà hai più ragione di quanto tu possa immaginare. La vita non ha uno scopo!"
"E allora che senso ha?"
"Non ce l'ha un senso. Come hai detto tu alla fine si muore. C'è chi crede in un Pardadiso, ma in realtà è solo una fantasia che serve a giustificare un'esistenza grama. La vita non ha scopo!"
"Ma se è così allora che viviamo a fare?Perchè mi faccio il culo?"
"Ho detto che non ha uno scopo, ma non che non sia una cosa che non vale a pena di fare. Parlo del vivere. Il fatto è che sbagliamo a individuarne la vera essenza."
"Cioè?"
"Cioè ci preoccupiamo tanto di raggiungere degli obbiettivi, di avere uno SCOPO, per lo più imposto dai canoni sociali, ma in realtà è solo un affanno lungo e doloroso che finice poi sottoterra col nostro cadavere! A pensarci vien male, ma è solo perchè in realtà, semplicemente, non abbiamo centrato il nocciolo della questione."
"E quindi? Se la vita non è raggiungere degli obbiettivi allora che cos'è?"
"La vita è sè stessa. Quello che è importante non è quello che sei quando hai raggiunto il capolinea."
"E allora cos'è importante?"
"Prova a dirmelo tu."
"Star bene?"
"Ovvio, ma è troppo generico. Non aiuta."
"La salute!"
"Siamo sempre lì."
"L'amore" "Troppo specifico."
"E allora non so!"
"Bhè.Te lo dico io qual'è la cosa importante della vita!"
"Che cos'è?"
L'uomo pensa un attimo al suo passato fatto di routine, lavoro, l'università fallita, amici, le ragazze mai avute,i bar, sempre gli stessi luoghi, stesse facce, stesse storie. Dà un'occhiata al futuro. Non si sente soddisfatto. Un senso di vuoto lo agguanta. E stretto in quella morsa la vede. Vede la via. La via di fuga . E si spaventa. Si spaventa a morte. L'ha trovata. Ha trovato la via. Ha trovato la via e ora ha paura. Ha paura perchè sa che ora dovrà affrontarla. E dovrà farlo presto se non vorrà stare tutta la vita a contemplarla e a marcire lentamente lì. All'imbocco della salvezza. Quell'imbocco che è nascosto a molti dei suoi simili, e che molti altri invece percorrono senza saperlo. Lui ce l'ha davanti e ne è consapevole. E ha paura a muovere il primo passo. E in quel momento si disprezza per la sua vigliaccheria. Ora non può più prendersela con le circostanze che gli impediscono di capire perchè la soluzione ce l'ha in mano. E ora ha paura perchè sa che da quel momento in poi dipenderà tutto da lui.
"E insomma? Qual'è la cosa veramente importante della vita?"
L'uomo fissa il muro bianco davanti a sè e si sente meno sicuro di un attimo prima.
"E' il percorso..." sussurra.
Pighe
3 Comments:
1 domanda... ma perchè ti firmi, se tanto poi viene fuori scritto "posted by pighe"?
2 domanda... ma perchè metti sempre il tuo faccione come immagine?
pighe l haschis fa male^^^^^^^^^^^^^ non è quello il percorso
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